giovedì 17 luglio 2014

Ofelia cade dal piedistallo

Questo blog è nato in analisi. E' stato John che ha voluto iniziassi a scriverlo. E solo ora, a distanza di un anno, ne capisco il valore.
Non è solo un blog. Sta' assumendo le dimensioni del libro che da anni mi dice di scrivere.
E' la biografia della mia analisi e di una sorta di rinascita.
E lo sto' scrivendo senza accorgermene da tanto tempo. A fatica. Lo sto' scrivendo per me e perché magari le mie parole, le mie esperienze potranno dare forza e coraggio a tante altre donne che delle comiche dell'amore hanno fatto la propria tragedia e gabbia.
La mia analisi nasce da una violenza. Anzi, dal limite di un cuore fragile che mi ha insegnato e trasmesso un modo di amare che era solo distruttivo.
Il suo limite nell' accettare che c'era una diversa umanità ( la mia), una donna diversa dalla sua visione ( io) ha ucciso la mia identità.  
Non ho più paura di dire e scrivere. La mia vita è stata limitata. Ci sono stati errori, eventi, percorsi che mi hanno resa infelice.
Mi sono fatta male e sicuramente, di conseguenza, ne avrò fatto. Perché per anni non ho saputo amare. E se non sai amare te stesso, te stessa, non potrai mai amare realmente l'altro.
Ho amato nei limiti della mia umanità.
Non hanno più valore i cuori fragili che ho incontrato. In me hanno trovato terreno fertile. Sono stata complice del male che mi hanno fatto.

"Dovresti scendere dal piedistallo. A distanza di tempo, vedendo le cose da lontano, questa cosa che ti sei sempre posta su un piedistallo mi è ancora più chiara".
Questo me l'ha scritto Cuore Fragile numero tre. Ma prima mi ha telefonato in un cordiale e vuoto scambio di parole.
Chissà a cosa si sarà riferito. A quale dei tanti scritti. E chissà perché l'ha ferito tanto. Coda di paglia?
Ecco. Scendo dal piedistallo e scrivo. Scrivo perché non ho più nulla da nascondere. Non ho paura di perdere. E sono stanca di chi mi avvicina e poi mi rinnega.

Sono più di otto anni che vado da John. Inizialmente entravo con borse della palestra. Correndo. Puntuale e piangente.
Parlavo di Pepe. Del giornalismo. Dell'amore. E piangevo. Del collega che mi piaceva e che mi aveva messa in crisi. Piangevo. Per la vita che avevo perso. Inconsapevolmente e fondamentalmente per quello.
Dal basso il piedistallo sembra così instabile.. E infatti scrivo a Cuore Fragile tre tutta una serie di verità che non vuole capire. Non risponde.
Non vuole mettersi in discussione. Ma solo uccidere una presenza scomoda. Che non serve più. Come Ofelia.

M'interrogo come sempre. Mi chiama Rhett per un lavoro artistico. Poi Fassbinder mi scrive: "Io credevo che tu fossi diverso e che magari la provassi quell'angoscia che certe volte ti traversa il volto e minacciava di esplodere,e invece tu ti paravi il culo. come ogni altro povero stronzo mortale."
E' una frase di Sarah Kane. Riesce a centrare sempre le questioni. E' un genio dal cuore puro e disponibile.
John mi manda un sms. Dice di usare il battipanni con i bambini.
Ma è tardi e devo andare da Danny.
Nel viaggio chiamo Cuore Fragile tre. In fondo sono così stupida da credere che ci sia qualcosa da salvare e che mi voglia bene. O che ci sia da chiarire. E invece non c'è nulla. Non parla. Dice frasi di circostanza. Riesce solo a dire: " Ci vuole del tempo. Non può esserci il dialogo di prima perché c'è un'altra persona". Come se fossi in parallelo con un'altra persona.  Come se la mia parola fosse un tradimento.
Quando a tradire è se stesso e quel che di buono c'è stato in uno scambio con me.
Continua a ripetere " ci vuole del tempo". Chiedo: "Ma cosa vuoi da me?". Risponde ancora: "Ci vuole tempo". Ma per cosa? Sembra in trance. Magari lo è.
Sento benissimo che non è questione di tempo. E' solo una di quelle frasi in maschera. E io non ho più tempo per i non incontri.

Arrivo da Danny. E' una mia cara amica. Anni fa lei stava male. Ci siamo incontrate in una passione. Il teatro. Io ero in piena evoluzione. Non mi fermavo mai.
Tentai di darle tutto il mio amore e la mia energia per aiutarla. Ora è un'altra donna. Sono così orgogliosa di lei e della sua evoluzione. 
Qualche giorno fa mi ha fatto una simpatica scenata di gelosia. Io non riuscivo a capire. Mi voleva. Voleva la mia presenza nella sua vita. Nella frequenza. E non sapeva più come dirmi che io per lei sono importante. E che a me ci tiene. E pensare che io mi ero arrabbiata..
L'ho capito questa sera quando mi ha fatto sentire che incontrarmi per lei è stato importante.
Quando mi ha detto che non sopporta che io continui a buttarmi via e a macerarmi per persone che non valgono la mia energia e la mia presenza.
"Se uno ti vuole bene, te lo fa capire. Non sta' a minuettare con te. Dentro di te hai tutto quello che ti serve. Non perdere tempo prezioso con chi non da' valore alla tua presenza".
Il fatto è che io lo sapevo. Di sbagliare. I Cuori Fragili li riconosco. Sento il loro odore. Eppure spero sempre che con me diventino forti. Oppure devo farmi fare del male. Perché in fondo ancora un po' mi piace.
La abbraccio. "Mi ha fatto bene vederti".
A distanza di anni mi ha ridato l'amore e l'aiuto che le diedi io anni fa.
Risalgo sul piedistallo. Mi provoco in disequilibrio su un piede. Tanto non ho più paura di cadere.







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