venerdì 18 luglio 2014

Gli occhi di Ana

E' una giornata densa. Stanno cambiando tante cose nella mia vita. Devo essere in  grado di farle accadere.
Sento che non posso continuare a porre resistenza a tutto. Non posso trattenere tutto. Devo perdere. Eppure, ho questa cappa. Ancora.
Sono con Fassbinder in auto. Mi sta' aiutando nel mio progetto di Bucharac. Gli ho chiesto di fare delle foto a me e ad Alfie. Il pianista. Siamo stati nel quartier generale delle Scimmie Nude.
Ho bisogno di un visionario come lui. Chissà che le sue foto, la sua energia non mi diano altre idee, suggestioni..
Mi sono portata un po' di vestiti eleganti. Fassbinder è un creativo esigente. Come lo capisco. Scatta tante foto. E non è mai contento. Lo sento. Lo so. E' un bel progetto, ma noi non siamo pesati come i tasti del piano.
Arriverà. Arriverà..
Le ore volano. Scattiamo un po' di foto. Ci diciamo che può andare. "Al limite ci ritorniamo sopra" ci diciamo io e Fassby. Salutiamo Alfie.
"Vieni Fassbinder. Ti accompagno a Porta Garibaldi". Metto il Garmin e come sempre riesco a perdermi. Fassbinder mi parla della legge Merlin. Delle sue idee coraggiose. Poi rischio di "incontrare" un pullman.. con una manovra strana. Mi passano sempre Cip e Ciop, Topolino, Minnie e Pluto in testa quando qualcuno mi parla di arte durante la guida... Fassbinder si attacca alla maniglia e si ammutolisce. Ma è discreto e non mi dice niente. So che sta' pensando che sarebbe comunque un'esperienza morire con me in auto.

A Porta Garibaldi stiamo a parlare un po'. Con lui le conversazioni sono sempre piene e interessanti.
Poi guardo l'ora e gli dico: "Devo vedere Ana..". Ci salutiamo e vado al mio appuntamento.
E' tanto tempo che vorrei conoscere Ana. E' un'amica di John. L'avevo contattata tempo fa. Ma poi ci eravamo perse. Sono tornata alla carica questi giorni perché sentivo che avevo bisogno di conoscerla.
Qualcosa mi portava a lei. La scrittura prima di tutto. Lei fa la drammaturga. E per me scrivere è l'essenza. Sento di esistere quando scrivo. Da sempre.
Ma ho sempre avuto quella sottile paura dell'incontro. Soprattutto di questo. C'è una porta ancora chiusa della mia anima. So che un incontro potrà aiutarmi.
"Sono qui. Ho un vestito celeste". "Qui" sarebbe di fronte alla gelateria di Porta Venezia. Proprio di fronte a John. Sarà un caso, ma "incontro" sempre qualcosa d'importante nella cerchia di Don Oberdan.
Che John sia con me!
E mentre attendo Ana, mi chiama mio fratello. Disperato. Sta' attraversando le prime crisi paterne. Sono il suo punto di riferimento. Forse dovrei iniziare a tagliare il cordone.. e smettere di fargli da mamma. Sono pure la sorella minore!
"Che bel vestito..!". Ecco Ana. Si presenta con la sua cagnolina in braccio. Dei pantaloncini colorati e un sorriso luminoso.
Poche battute. E mi sento a mio agio. Andiamo in un locale a fare l'aperitivo. Ma prima di sederci io le ho già raccontato che faccio l'attrice da dieci anni. Canto e che.. volevo incontrarla.
Ecco. Ho invaso ancora l'altro. Ci sediamo e le dico.. Della scrittura. Della drammaturgia. Ma poi ... ci capiamo subito. Insomma, la scrittura non s'impara. La tecnica è importante, ma poi è altro che ti fa scrivere.
Ah si. Certo. E allora perché sono lì?
Per la scrittura Annalì.. Per la scrittura.. Si. Ma quella spirituale. Io parlo. Dico tutto. Ormai ho piena libertà e facoltà di dirmi. Il blog sta' guarendo le mie paure. No, l'analisi mi sta' guarendo. Il blog è un mezzo o un effetto o un "prodotto".
Ana mi ascolta. Ha gli occhi che ridono. Non parla con le corde vocali. Neanche con la razionalità. La sua voce arriva da un'altra parte. Poi esce dagli occhi. E nei miei l'ascolto.
Sono così insolente che le chiedo e chiedo. Ma non più di scrittura. Di lei. E mentre mi parla di quella cappa che sento. Della porta che tengo chiusa ancora.. fra me e me penso: "Maledetto John.. ecco perché volevi che la conoscessi".
Le narro i fatti miei. Tutti. Più o meno. Di papà. Del maschile e di quella cosa che mi manca che sento che lei ha trovato.
"La spiritualità". Dice. Quella meditazione che farebbe tanto abbassare il ritmo delle mie emozioni. "Iperemozioni". Che sono belle e importanti. Ma ogni tanto mi soffocano.
 C'è un maschile che inseguo per placarmi e con cui far pace eppure.. Sto' incontrando donne speciali in questa strana estate 2014.
La mia danzatrice sul Naviglio, Danny e ora gli occhi di Ana. Sono parti di me che mi vengono a cercare. Che chiamo e loro rispondono. Qualcuno riesce a sentirmi. Ora che dico e parlo e chiedo. Finalmente.
La vita si sposta. Nella mia anima s'insinua il perdono per i miei tre cuori fragili. C'è più spazio.
Più spazio per altro. Per altri. Ringrazio gli ultimi due che se ne sono andati.
Significa che c'è altro per me. Sono destinata ad altro. L'ho accettato negli occhi di Ana.
La saluto. Le do' un abbraccio. Secondo me l'ho affaticata.
"Prenditi un gaTo. E vedrai che scarterai alcuni incontri". Lo dice tenendo la sua cagnolina in braccio.
Mi fa sorridere. Il gaTo. Con la sua pronuncia dolce.
Sto' perdendo. Ho meno cuori fragili. Meno falli. C'è il senso della necessità. Stanno andando via da me. Sento libertà. Sento più spazio dentro. Cammino più veloce.
"Tinonino". Il cellulare. "Puoi parlare?". Una voce sommessa chiede aiuto. Mio fratello..
"Si. Dimmi..".





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