martedì 29 luglio 2014

Le Comiche dell'Amore

"Le Comiche dell'Amore" sono nate in seduta. Un anno fa circa. Stavo parlando di Mr D. ovvero Cuore Fragile numero 2.
Raccontavo a John con drammatico divertimento l'ennesima scena in bianco e nero della mia relazione con Mr D. Un esilarante momento appassionatamente inutile eppure utile e fondamentale in quel "tempo".
Pioveva quel giorno. Come oggi e ieri e probabilmente domani.
Era un venerdì. Mi ritrovavo con il mio abito da sera azzurro in pieno giorno da John.
Provenivo da  Mr D. La sera prima lui aveva suonato in un locale famoso. Un altro dei suoi progetti che non riuscivano a prendere il volo. Ed io sempre lì. A sostenerlo. E a criticarlo anche. Perché per me nessun progetto artistico può vivere senza amore e verità.
Lui mi mandava a quel paese. Si, mi diceva proprio: "Vaffanculo Annalisa!". E poi me la faceva pagare in altro modo. Perché nessuno vuole sentirsi dire la verità. Se la dici poi ti uccidono in qualche modo o ti dicono di essere su "un piedistallo". Solo perché hai il coraggio, per amore e onestà, di dire la verità. La tua. non quella assoluta. La tua. Che è un po' uno specchio.
Beh, Mr D. me la faceva pagare la mia onestà. Tra le lenzuola. O fuori. Con le parole. O una sua perversione. Sapendo di potermi amare meno. Perché più disincantato di me. E di poter "vincere" anche.
Poi ammetteva che avevo ragione. Quando ero a terra. Mi sputava sopra ammettendo che avevo ragione. Ma non gliene fregava niente.
Viveva bene nella sua superficie. Per poi annullarsi nell'alcool. Per cercarsi. Poteva essere pieno solo lì.

A fine serata, quella serata, ubriaco venne da me: "Amore, non suono più. Basta.". Io non avevo risposto. Poi avevo messo nella mia auto il suo piano e gli altri strumenti di lavoro. Li aveva lasciati in mezzo alla strada per andarsi a fare un ultimo goccetto con altri.
Con andatura incerta, non trovandoli più, iniziò una tragica scena. Ridendo gli dissi: " Sono nella mia auto".
"Ah.. che forza che hai amore a tirarli su..". Rise compiaciuto.
Chissà se sapeva che ero io quello sera. Per non sbagliare, da ivrogne, le chiamava tutte "amore".
Salì sulla sua moto. E io dietro con l'auto. Sempre con il terrore che prima o poi quelle curve in bilico le avrebbe centrate in pieno.
Salii da lui. Ero così stupida o ingenua da credere che fosse tutto giusto. Che io potessi bastare. E in fondo mi divertiva Cuore Fragile. Erano divertenti i nostri dialoghi. Con lui terrorizzato dalla vita che gli rimandavo e che gli tiravo fuori. In realtà voleva solo morire o restare in una morte apparente. Abbastanza vivo da omologarsi. E non pensare.

Quella sera feci l'amore. Mi piaceva fare l'amore con lui. Non lo so perché dal momento che spesso mi diceva parolacce e non riusciva mai a entrare a contatto con se stesso al punto da rendersi conto che io ero io e non un'altra delle tante che "scopava" nel reale o nella fantasia.
Ma ero innamorata. Non lo so di cosa o perché. Forse della mia autodistruttività.. Idiota e speranzosa che prima o poi quell'amore che dichiarava e diceva avrebbe avuto un senso. Eppure.. Lezione numero uno: non tutti danno un peso ed un valore alle parole come te. Come me, in questo caso. Che "ti amo", l'ho detto una volta sola. Ed è uscito fuori sincero e vero.
Poi non è durato in eterno, ma in quel momento lo era. E per quel tempo resterà vero.
Ecco come possiamo rendere eterni i momenti della vita e non farli morire. Essendo. Stando sul fluire di una verità di vita. Un fiume che scorre vero. Senza maschera alcuna.
E Mr D. senza maschere non sapeva vivere. E lo diceva. Tantomeno suonare. E si sentiva.
La mattina dopo mi svegliai presto per andare a casa mia, cambiarmi e andare in ufficio. Lui poteva dormire fino a tardi. Scesi e in salotto aveva lasciato acceso il suo pc. E lessi. Anche se non avrei dovuto. Lo so. Non è etico. Non importa. Lessi perché erano mesi che altalenava e io volevo una "scusa" per fare un punto. O iniziare a farlo dentro di me.
Così trovai quello che sospettavo e sapevo. Ovvero chat con l'altra, la fissa della banca, che tentava di riprendere e tenere nella sua vita ( per soldi..soprattutto per quel comodo bisogno).
Poi altre.. cantanti principalmente e ragazze a cui raccontava la stessa cosa. Lo stesso sogno.. E non riuscivo neanche ad arrabbiarmi fino in fondo.. riusciva ad essere diverso con tutte. E aveva bisogno di berle tutte per evitare di centrarsi e entrare a fondo nel proprio dolore.
Oddio. Almeno lì, in fondo, era creativo! O cretino.. ma questo è un giudizio tipico da comica dell'amore.
Salii sul suo soppalco dove aveva il letto "nuziale". E iniziai a menarlo.
Dicendo frasi come: " La devi smettere di prendere in giro le donne. E chi ha dei sentimenti per te. Sei uno stronzo!". Lui che era in pieno sonno ( russava tremendamente di un sonno pesante) svegliandosi disse solo: " Ma amore cosa dici?". E io me ne andai.
Abitava in una casa a due piani. Senza ascensore. Vicino ai Navigli. Scesi con il mio abito da sera azzurro. I capelli arruffati con lui dietro, nudo, per le scale, alle sei di mattina che urlava: "Ma amore dove vai? Non è vero. Te lo giuro..".
Mentre raccontavo a John queste cose mi venne da ridere. E pure a lui tanto che disse: " Sembrano Le comiche". E io " Dell'amore".
Da lì l'idea del blog. Raccontare e sciogliere vicende come queste per portare avanti la mia indagine. Perché io iniziai la mia analisi, in lacrime, andando da un santone sconosciuto, John, a cui chiesi: " Ma l'amore esiste?".
Non mi ha mai risposto in toto. E ha fatto bene evidentemente. E' una mia ricerca.
Un po' di risposte sono arrivate. Soprattutto questi ultimi mesi.
Ho fatto entrare persone "sbagliate". Sbagliate nell'onestà. Che mi hanno fatto violenza. Perché è violento fare l'amore senza amore con chi invece per te almeno un po' lo prova.
Ma questo non lo si ammette. Sono arrabbiata con John per questo. Perché giustifica questi eventi con la cosa della responsabilità. Che è sempre la nostra. Di chi scrive e agisce nella propria vita. Giustificando facciamo del male a ciò che siamo. Esseri Umani. Qualcosa "siamo". In qualche modo ognuno di noi dovrebbe impegnarsi per essere migliore di quel che è. Io in primis.

Ecco. Le risposte alla domanda iniziale stanno arrivando. Come sono arrivate altre persone e ne sono tornate altre. Ne è entrata una speciale. Fassbinder. E se ne sono rafforzate altre.
Le comiche dell'amore sono il passaggio doloroso e dovuto di un drammatico abisso che io chiamo amore. E saranno ricordi comici. Probabilmente solo ricordi miei. Chi li ha vissuti con me, li avrà già dimenticati. Io li terrò con me. Sritti qui o altrove. Per riderne, dopo tanta drammaticità, in compagnia di un amore ritrovato.

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