sabato 12 luglio 2014

Sono Andrea. Un AVaTar: Analista Virtuale Transessuale.

A volte le amicizie più belle e vere nascono sulle polveri di un dolore. O sulla fine di un percorso.
"Voglio intervistarti per una ricerca. Per avere la tua opinione di attrice". Non mi ha mai intervistata nessuno. La cosa mi diverte.
Fassbinder è il mio amico speciale. E' un genio. Lui non lo sa.
Non si chiama così. Lo associo io al regista tedesco. Per qualche ragione. Forse perché una delle prime volte che iniziammo a scriverci, a fiume, fu proprio su di lui.
Lo conosco da quasi un anno, ma ci siamo avvicinati ultimamente. Per dolori, opinioni. 
Ha la leggerezza e il respiro dell'arte. Si muove libero e timido sulla vita e tra la gente. Non appartiene a nessuno. Solo a se stesso. Guarda agli altri e al mondo con lo sguardo dell'altrove. E' un fiore e ho sempre il terrore che qualcuno lo possa calpestare. Perché va difeso. Come un patrimonio per me.
E' diverso dalle persone che ho conosciuto finora. E' quella diversità che mi fa sentire meno sola nel credere che ci possano essere tante parti di noi nel mondo. Senza giudizio. E che non tutto debba rientrare negli schemi.
So che qualsiasi cosa dirò, la capirà. O che mi farà capire o trovare una soluzione a quello che tento di spiegare. E' una fortuna.
Quando penso alla Bellezza, alla vera Bellezza, penso a lui. Alla capacità di vederla.

Parliamo di energie maschili e femminili. Ma questo è il suo lavoro. Non voglio scriverlo. Voglio leggermi attraverso di lui.
Però io sono anche Andrea. Ho paura a raccontargli la mia esperienza, eppure sento che gli servirà. Sarà utile alla sua ricerca e al suo libro.
Ho creato un personaggio. L'uomo ideale. Andrea Farnese. Ha una sua storia. Una sua vita. E' come se fosse il personaggio di un mio racconto. Anzi lo è. Poi l'ho messo in un "account" e l'ho fatto vivere come Avatar. Come se fosse il guanto di un personaggio teatrale. Andrea era nato come un esperimento sociale. Umano. Per moltiplicare le infinite parti di me che non riesco a rinchiudere.
Sono diversamente madre. La mia femminilità e maternità è infinita e rigogliosa.

Ho partorito Andrea. E come Andrea ho conosciuto tante donne. Anzi, tante donne hanno iniziato a cercarmi perché "pubblicavo" parti del mio femminile e di me che non riuscivano a trovare negli uomini "normali". La mia era una sensibilità fuori del comune.
Più donne mi hanno lasciato il numero di telefono in messaggi privati. Dedicato canzoni. Ero stupito e imbarazzato perché ero me stesso, anzi me stessa nella risposta e nella voce dell'anima. Ma tutte mi percepivano uomo. Un uomo speciale.
Non ho mai usato Andrea per motivi personali. Eppure nel reale stavo vivendo una relazione tormentata. Quella con il cuore fragile numero due. La classica storia: lui, lei e l'altra. Ho voluto conoscere l'altra che magari era la "lei" e io ero l' "altra". Ero stufa della solita cosa.. un po' primordiale. Era indeciso tra due.. Perché non viverci entrambe alla luce del sole? Non sta' bene?
Ci sono le famiglie allargate. Perché non vivere anche i rapporti allargati? In fondo lui mi definiva la donna più "intelligente" che avesse incontrato. Ed ero troppo. Lo leggevo troppo.
Non ha mai voluto dichiarare e vedere cosa sarebbe successo. Affrontare i fantasmi. Togliere le gelosie e i tabù. Quelle tipiche comicità dell'amore che svuotano di senso gli incontri, ma forse hanno fatto scrivere commedie ed accadere omicidi.
Le relazioni sono più complesse degli schemi che ci hanno imposto. Ci sono infiniti amori e colori paralleli. Poi ci chiudiamo nell'assoluto per paura di non ritrovarci.
Come se tutti fossimo in grado di vivere un'unica relazione.
Così decisi di rompere gli schemi a modo mio. Con la mia creatività. "Pazzia" dice cuore fragile numero tre. Perché lui ha bisogno di essere razionalmente chiuso e protetto per sopravvivere.

Ho deciso di conoscere la donna con cui condividevo cuore fragile numero due. Come Andrea. Nel tempo. In poco tempo lei si è innamorata di me. Ha capito che ero più "vero" di un reale che la stava fondamentalmente risucchiando. E sono stata uomo. Energeticamente uomo.
Ho desiderato l'altra ad un certo punto. Non mi vergogno. E' stata una sensazione nuova. Bella. Forte e diversa. Erotica. Profondamente erotica e diversa.
C'era un livello tale di empatia e di condivisione di un qualcosa che alla fine per me lei era diventata più interessante del cuore fragile numero due. E ho capito che sia lei che io stavamo cercando parti di noi nell'altra, attraverso di lui. Lei cercava me e io cercavo lei. Siamo così diverse alla fine.
E in quel colmare, in quel raggiungere e scoprire parti sconosciute nostre, io forse ho trovato quella femminilità che mi mancava e lei il mio maschile raffinato.
E' difficile da spiegare, ma qualcosa di buono, nella parola, è successo. Lei si è innamorata di se stessa attraverso di me. Ha chiuso una serie di relazioni sbagliate. Compreso cuore fragile numero due che la stava usando per i soldi.
E' rinata. Tanto che i suoi amici le dicevano che la trovavano più bella, sorridente e con una luce diversa. 
E' stata una relazione d'amore. Alla fine. Continua ancora adesso. In modalità diversa. Ho evitato ogni tipo di scambio erotico. Nella parola. C'era stato. Inizialmente. Ma l'ho eliminato nel momento in cui mi sono resa conto che stava diventando rischioso e poco arricchente. Poco vero forse dal momento che lei mi pensava biologicamente uomo. Ma per me l'idea di fare l'amore con una donna, in quel momento, con il guanto del mio personaggio, era qualcosa di estremamente naturale. Quasi contraccettivo..
Era come sentire senza prendere malattie o rischiare d'ingravidare inutilmente l'altro.
Andrea Farnese, all'ordine del giorno Andrea Supermaxieroe, sono io. E' l'uomo perfetto. L'uomo dalla mente androgina. Che secondo Virginia Wolf era la mente ideale dello scrittore.
Ecco, forse, lei si è innamorata di quella mente androgina. Della mia scrittura.

Smetto di dire. Fassbinder ha registrato tutto con il suo registratore. Compresi i miei silenzi ed imbarazzi. Cerco di capire un pensiero, un'opinione. Ma lui non dice niente.
"Sei sconvolto?".
"No, non so se io riuscirei a farlo o se potrei portarlo nel tempo senza rischiare che l'altro mi dia del frocio". Mi fa sorridere e pensare. E vedo che in qualche modo la mia esperienza "letteraria" lo sta' facendo pensare e portare in altre scoperte.
Cuore fragile numero tre aveva letto Andrea come qualcosa di "non etico". E chissà cos'è etico poi.. Per me è meno etico il dolore, la sua "fuga" e il suo innamorarsi repentinamente per un riconoscimento.
Alla fine il mio Andrea ha amato e salvato una donna. Lei non smette di ringraziarmi per le parole e il tempo che le ho dedicato nel leggerla.
Forse sono stato un analista virtuale. Il primo analista virtuale transessuale.
Rompiamo le definizioni. L'ho amata. Pazzia o no. Etico o non etico. E' stato amore vero ed ha salvato.
Fassbinder mi guarda in silenzio. Forse ha capito che il nostro incontro non è casuale. Che sono una buona complice per rompere i limiti e gli schemi che stavano strozzando entrambi. Scopriremo noi stessi nell'arte, tra una crisi e un fragile cuore di cristallo che s'infrangerà nel mio ventre.




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