mercoledì 23 luglio 2014

Il codice dell'anima


 " Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo
ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo,
ci dev’essere qualcuna proprio come me,
che si sente bizzarra e difettosa
nello stesso modo in cui mi sento io.
Vorrei immaginarla,
e immaginare che lei debba essere là fuori
e che anche lei stia pensando a me.
Beh, spero che, se tu sei lì fuori
e dovessi leggere ciò,
tu sappia che sì, è vero,
sono qui
e sono strana proprio come te."



L'ha scritta Frida Khalo e questa sera di fine luglio, di uno strano luglio 2014, è arrivata proprio dritta al cuore.
La legge Gianluca. Vestito da donna. Sul palco. Nella sua fragilità forte di una verità faticosa.
Vicino a me c'è Fassbinder. Dovevamo andare al cinema, ma poi ci siamo ritrovati qui. Al Carroponte.
La mia anima aveva sete di essenza. O di ciccia dell'anima come dice Rhett.
Quanto avevano ragione gli occhi di Ana. C'è sempre un motivo per chi se ne va. Arriva o entra altro. C'è spazio per altro.
Oppure entri Tu. Solo Tu puoi accettarmi per quel che sono.
Il vuoto dei giorni scorsi era dovuto ancora all' incomprensione di chi avvicina me volendo una normalità borghese. Ma io sono diversa. Strana. Non c'era bisogno di bermi per vomitarmi perché troppo strana.

La mia autodistruttività. Sono davvero stramba. Stasera ero circondata da voci colorate. Un jazz di umanità.
Dovevamo andare al cinema io e Fassbinder. E invece mi ha portata lì.
Ma è iniziato con John. La mattina. Abbiamo parlato di me e della seconda laurea che voglio prendere. Indecisa tra Informatica e Psicologia. Due parti di me. Come il maschile e il femminile. Possono convivere benissimo in me due alternative. Il bianco e il nero. Io sono Anna. Ma anche Lisa. E insieme fanno Annalisa. Annalì può chiamarmi solo chi può amarmi veramente.
Possono convivere più colori. Unirsi come in un cerchio senza tentare di essere un'unica cosa per sentirmi uguale agli altri.
Se alla mia età di fine anni 30, mi permetto di decidere di fare una seconda laurea, è perché sono strana. Le persone normali non lo farebbero. E' tempo di altro.
Ma sono strambamente libera di essere coraggiosa e di non diventare piatta adeguandomi a un buon senso che rende felice solo chi lo disegna per potere.

John ha uno studio pieno di libri. Davanti al divano bianco c'è un tavolo apparecchiato. Sembrano tanto i biscotti che mi sono trangugiata per notti interminabili per sentirmi amata.
Li vedo e ho la stessa fame. "Posso prenderlo?". Afferro "Il Codice dell'anima" di James Hillman.
Mi fa' la faccia da "Sempre a prendere i miei libri Ivan...".
Lo tranquillizzo " Te lo riporto John. Te li ho sempre riportati".
Quel libro lo aveva consigliato Enrique. E lui la mia anima l'aveva codificata subito. Come John. Mi sta' aiutando a mapparla e a uscire fuori con il mio talento o "i miei talenti". Parla al plurale.

Dopo la conferenza, io e Fassbinder andiamo a prendere una birra. Arriva anche SuperSimo. Io offro una birra a Fassbinder. SuperSimo è già alla seconda.
In realtà.. non prendo una birra. La lascio sempre lì. Forse la prendevo per sentirmi "normale". Decido di scegliere un thé al limone. Mi fa schifo la birra.
E brindo con loro: " La mia birra è diversa. E' strana. Come me". Ridono.
Andiamo nella libreria vicino. Compro "In viaggio con Erodoto". Me lo consiglia SuperSimo . Poi Fassbinder mi fa notare un libro sulla ex Jugoslavia. Mi dice che c'è un collegamento con lui. Con quel sentire.
Lo compro. Usciamo. "E' per te". E gli do' il libro. Lo mette in tasca contento.
" Poi me lo racconti".

John risponde a un mio sms in cui gli chiedo se gli piacciano le foto del mio progetto di Bacharac. Poi gli dico che sono con Fassbinder a sentire i "Queer". Mi chiede di cosa si tratti. Spiego a grandi linee. "Comunque domani ne scriverò sul blog John".
"Ah.. sarei venuto anche io con voi!".
Anche il mio padre spirituale è differente. Meno male.


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